giovedì, maggio 17, 2007

snobismo di sinistra o banalità del potere?

Spesso i "potenti" si esprimono su materie complesse con termini semplici; su svariati argomenti esprimono concetti elementari, che per il solo fatto di essere enunciati da "loro" assumono un rilievo eccezionale.
Conta chi dice le cose, non le cose che si dicono.
Nessuno - apparentemente - si permette di controbattere: è il ritorno dell'ipse-dixit?
"il modello rigido è perdente; la flessibilità ti permette di aggirare l'ostacolo". Però, che intùito!
Eppure penso che qualche rigidità, ogni tanto, faccia bene; non si può mediare sempre - ma sono certo che non di mediazione si parli. Sono certo che si parla di GESTIONE del potere - il potere che dà sempre ragione a tutti e fa quello che vuole. Il potere che fa abortire la dialettica imponendo uno stile di lavorare insieme che significa "insieme fate quello che diciamo". Il potere che "ascolta i bisogni dei cittadini" sulla base di un elenco che esso stesso ha predisposto. Il potere della TAV che ha deciso per il bene della val Susa; o del Commissario per i rifiuti che ha deciso per i cittadini di Serre.
Il gioco - anche il mio! - si fa pericoloso.
E' ora di pensare di smetterla.
Ma come? c'è chi si trova a suo agio, al di là delle appartenenze, in una dinamica come questa.
Del resto, se il denaro non puzza, il potere non ha colore.